Il 14 novembre è la Giornata Mondiale del Diabete

Come ogni anno, il 14 novembre è stata la Giornata Mondiale del Diabete, destinata a sensibilizzare il pubblico su questa diffusa e grave patologia. La data è stata scelta perché coincide con la nascita di Frederick Banting, il fisiologo canadese al quale è attribuita la scoperta dell’insulina con l’aiuto di Charles Best.

La Giornata Mondiale del Diabete è una campagna di sensibilizzazione su scala globale lanciata per la prima volta nel 1992 su iniziativa della Federazione Internazionale del Diabete (IDF) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come risposta all’incidenza crescente della patologia.

Ad oggi, si valuta che il diabete colpisca oltre trecento milioni di persone in tutto il pianeta, tanto che la malattia è riconosciuta dall’ONU come “cronica, invalidante, costosa e con gravi complicanze”.

Che cos’è il diabete?

Il diabete è una malattia progressiva nel tempo e cronica che si caratterizza per la presenza di iperglicemia, ossia di elevati livelli di glucosio nel sangue, in conseguenza di un’alterata funzione o qualità dell’insulina.

Quest’ultima è un ormone prodotto dal pancreas che permette l’ingresso del glucosio nelle cellule, in modo che l’organismo possa poi utilizzarlo come fonte energetica. Nel caso in cui tale meccanismo subisca un’alterazione, si verificherà un pericoloso accumulo di glucosio nella circolazione sanguigna.

Le tipologie principali di diabete esistenti sono due:

  • Diabete di tipo 1: nel quale le cellule del pancreas responsabili della produzione di insulina vengono distrutte dal sistema immunitario. In conseguenza di tale malfunzionamento, l’insulina non viene più prodotta perché il pancreas ha subito un danno irreversibile.
  • Diabete di tipo 2: nel quale l’insulina non mantiene i normali livelli di glucosio nel sangue perché è insufficiente o, in alternativa, perché le cellule dell’organismo non producono una risposta adeguata a essa.

Il diabete di tipo 2 è quello in assoluto più diffuso (è relativo a circa il 90% dei casi). Diversamente dal diabete di tipo 1, che si manifesta in modo molto rapido (settimane o addirittura giorni), esso si caratterizza per una sintomatologia poco evidente che porta molto spesso a una diagnosi tardiva.

C’è poi da considerare il cosiddetto diabete gestazionale, una forma di diabete che colpisce le donne in gravidanza in una percentuale pari al 18%. In tal caso, la paziente presenterà una momentaneo incremento dei livelli di glucosio nel sangue.

Per quanto riguarda infine la condizione di pre-diabete, si riferisce alla presenza di livelli di glucosio nel sangue in quantità lievemente maggiore rispetto ai normali parametri ma comunque ancora insufficiente a diagnosticare un diabete conclamato. È bene chiarire che la condizione di pre-diabete non indica necessariamente che il soggetto colpito svilupperà la malattia, quanto piuttosto che corre un più alto rischio di insorgenza e che dovrà pertanto essere sottoposto a un attento monitoraggio e, se necessario, modificare il proprio stile di vita.

I sintomi e i campanelli d’allarme che meriterebbero un’indagine medica specifica perché potenzialmente connessi alla malattia diabetica sono i seguenti:

  • Necessità di urinare frequentemente, soprattutto di notte
  • Sensazione di sete costante
  • Stanchezza cronica
  • Perdita di peso e di massa muscolare
  • Difficoltà a rimarginare tagli e ferite
  • Offuscamento della visione
  • Prurito genitale o frequente comparsa di candidosi (nella donna)

Le complicazioni del diabete

Il diabete è una malattia che progredisce con il tempo fino a diventare cronica. Pertanto, a una diagnosi tempestiva corrisponde sempre una maggiore efficacia nel trattamento.

Il diabete può comunque portare alla comparsa di complicanze sia acute che croniche: le prime sono legate prevalentemente al diabete di tipo 1, mentre le seconde sono connesse alla carenza praticamente completa di insulina. Il rischio di tali complicanze è il coma chetoacidosico come risultato dell’accumulo di chetoni, con conseguente disidratazione, gravi alterazioni a livello dei parametri ematici e perdita di conoscenza.

Per quanto riguarda le complicanze del diabete di tipo 2, esse sono prevalentemente di tipo cronico e interessano diversi apparati dell’organismo, in molti casi anche in modo severo. Tra le principali vanno menzionate:

  • Retinopatia diabetica: è un danno a carico dei piccoli vasi sanguigni che irrorano la retina. Porta alla perdita delle facoltà visive.
  • Glaucoma e cataratta: il rischio di insorgenza di queste malattie oculari è più alto nei pazienti diabetici.
  • Nefropatia diabetica: è una riduzione progressiva della funzione di filtro dei reni, che può condurre nei casi più gravi a gravi forme di insufficienza renale con esigenza di dialisi o trapianto.
  • Malattie cardiovascolari: il rischio di sviluppo di queste patologie per i pazienti diabetici è dalle due alle quattro volte superiore rispetto a pazienti non diabetici e considerato al pari di quello di pazienti che sono stati soggetti a eventi cardiovascolari.
  • Neuropatia diabetica: è una complicazione molto frequente che si manifesta in circa la metà dei pazienti diabetici. I sintomi più frequenti includono perdita di sensibilità e dolore agli arti, che nei casi più gravi richiedono amputazione, ma anche disfunzioni cardiache, oculari, dello stomaco. La neuropatia diabetica è anche una delle prime cause di impotenza negli uomini sofferenti di diabete.
  • Piede diabetico: è il risultato della modificazione della struttura dei vasi sanguigni e dei nervi e si riflette nella comparsa di ulcere a livello dei piedi. Statisticamente, questa condizione è la prima causa di amputazione degli arti inferiori a seguito di episodi non traumatici.
  • Complicanze gestazionali: il diabete può avere gravi conseguenze sul feto, quali peso elevato alla nascita e malformazioni congenite, così come aumentare il rischio di mortalità perinatale.

Come ridurre il rischio di diabete

Per quanto riguarda la riduzione del rischio di insorgenza del diabete, è opportuno chiarire che quello di tipo 1 non può essere prevenuto. Per quanto riguarda invece il diabete di tipo 2, condurre uno stile di vita sano ed equilibrato rappresenta la principale strategia di difesa da mettere in atto.

Uno stile di vita sano si riflette in varie modalità:

  • Mantenendo sotto controllo i livelli di colesterolo e pressione.
  • Riducendo se possibile il proprio peso in caso di sovrappeso oppure obesità.
  • Alimentandosi in modo bilanciato, con una dieta che garantisce l’apporto di tutti i nutrienti e che contribuisce a mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue.
  • Praticando regolare attività fisica.
  • Evitando o smettendo di fumare.
  • Mantenendo sotto controllo i valori di glicemia (check-up annuali) in caso di familiarità.

L’Istituto Superiore della Sanità indica infine che il principale intervento terapeutico in caso di terapia della malattia diabetica è, nuovamente, la messa in atto di uno stile di vita adeguato in termini di attività fisica, alimentazione e astensione dal fumo.

La dieta in particolare ha l’obiettivo di ridurre il rischio di comparsa di complicanze del diabete grazie al mantenimento dei valori di glucosio e lipidi plasmatici e dei livelli della pressione arteriosa il più possibile vicini alla normalità.