Affermare che il funzionamento del nostro intestino è fortemente interconnesso con quello del nostro sistema nervoso è corretto, specialmente se si tiene conto del fatto che l’intestino è, giustamente, definito “secondo cervello”.
Abbiamo già parlato, in questo blog, dell’importanza dell’eubiosi del microbiota intestinale per garantire all’intestino le condizioni di equilibrio che necessita per operare al meglio, e per contribuire al benessere di tutto l’organismo. Un microbiota che funziona correttamente è in grado di difendere il corpo dall’aggressione di agenti patogeni esterni, di mantenere alte le difese immunitarie, di influenzare il nostro umore e il nostro livello di stress. In questo senso, dunque, intestino e sistema nervoso sono certamente legati e la salute del primo influenza dunque il nostro benessere fisico e mentale.
L’intestino, come organo, è in comunicazione con il sistema nervoso centrale in una modalità cosiddetta bidirezionale, sebbene si ritenga che sia maggiore il numero dei messaggi che partendo dall’intestino raggiungono il sistema nervoso piuttosto che il contrario. In termini pratici questo cosa significa? Che nel momento in cui l’intestino comunica correttamente segnali di malessere come nausea, senso di gonfiore o di sazietà al sistema nervoso centrale, il cervello agisce di conseguenza indicandoci i comportamenti da tenere.
Sistema nervoso enterico e sistema nervoso centrale
È poi importante ricordare che l’intestino riesce persino a prendere decisioni totalmente autonome in merito alle attività da svolgere: si tratta del cosiddetto “controllo viscerale”. Questi presupposti ci indicano dunque l’importante legame che intercorre tra intestino e sistema nervoso attraverso uno scambio di informazioni costante, generato da un infinito patrimonio neurochimico, presente nel sistema nervoso enterico. Questo sistema nervoso parla esattamente la stessa lingua del sistema nervoso centrale, poiché entrambi utilizzano un mediatore comune, la serotonina, che influenza il benessere emotivo (l’umore).
Si può dunque asserire che le alterazioni della flora batterica intestinale (microbiota) possono alterare l’espressione dei microRNA che regolano i geni cerebrali, generando uno stato di malessere emotivo o condizioni ansiose. Si pensi ad esempio al classico mal di pancia che sopraggiunge prima di un evento importante, come un colloquio di lavoro o un esame universitario!
In definitiva, la continua comunicazione tra il sistema nervoso enterico dell’intestino e il sistema nervoso centrale è ormai assodata. Questo contatto, che avviene attraverso l’azione del nervo vago – vero e proprio “ponte” tra i due organi, genera la cosiddetta relazione psiche-soma, ossia tra mente e corpo. Infine, è importante sottolineare che l’influenza di un organo sull’altro non è unilaterale, ma bilaterale: se è vero che lo stato d’ansia può generare mal di pancia, il mal di pancia può a sua volta dare vita a sensazioni ansiose.
In questo senso, quindi, lo stress in tutte le sue forme andrebbe sempre considerato come la risposta del nostro corpo a una specifica condizione ambientale, se non addirittura a quella che il nostro cervello percepisce come una minaccia proveniente dall’esterno. Dal momento che lo stress condiziona la funzionalità del nostro sistema immunitario, si rivela essenziale operare sempre al meglio per mantenere il nostro intestino in eccellenti condizioni, in modo che possa influenzare positivamente anche la reazione dell’intero organismo.