Non riuscire a rimanere incinta nei giorni fertili è una problematica che affligge molte donne, e che naturalmente provoca frustrazione e confusione nella coppia alla ricerca di una bambino. Ma per quale ragione accade?
Al fine di rispondere adeguatamente a questa criticità, che rischia di compromettere anche per lungo tempo la capacità di concepire di una donna, è essenziale prima di tutto comprendere che una valutazione accurata e attenta delle condizioni fisiologiche di partenza può aiutare a individuare, a monte, le cause che possono condizionare la gravidanza.
Nello specifico, è importante sottoporsi a uno screening completo quando si verificano le seguenti condizioni:
- La coppia ha rapporti sessuali regolari, non protetti e nella finestra dei giorni fertili da almeno sei mesi senza riuscire a concepire
- La donna presenta prurito, rossore vaginale o perdite maleodoranti
- Uno o entrambi i membri della coppia potrebbero aver contratto infezioni che condizionano il concepimento
- La coppia non riesce a procreare pur avendo la certezza che nessuno dei due membri soffre di una condizione di sterilità (che, nella stragrande maggioranza dei casi, è permanente)
- La donna non ovula regolarmente oppure soffre, o ha sofferto, di problemi ormonali che possono inficiare il concepimento
Cosa fare dunque se non si riesce a rimanere incinta nei giorni fertili?
È assolutamente indispensabile valutare le condizioni dell’ecosistema vaginale e identificare, se presenti, i patogeni che sono responsabili dell’insorgenza di malattie sessualmente trasmissibili o di infezioni vaginali, specialmente in considerazione del fatto che queste ultime possono condizionare in modo massiccio la capacità di concepimento.
In questo senso, il laboratorio Biomolecular Diagnostic ha messo a punto il test VPT che, attraverso un unico tampone vaginale, permette di identificare 21 diversi microrganismi ed è l’unico test in commercio a identificare e quantificare singolarmente i 4 Lactobacilli più rilevanti nel determinare lo stato di salute della donna. Tale individuazione avviene attraverso le più moderne e affidabili tecniche di biologia molecolare.
In pratica, il test VPT effettua un’analisi approfondita del microbioma vaginale verificandone l’eubiosi, e identificando la presenza di eventuali infezioni fungine, vaginosi batteriche e malattie sessualmente trasmissibili che non permettono di rimanere incinta nei giorni fertili.
La presenza di infezioni vaginali è, di per sé, molto diffusa tanto da essere diagnosticata a oltre il 25% delle donne che si sottopongono a una visita. Tali infezioni possono essere batteriche, fungine o virali e, in alcuni casi, provocare gravi e significativi danni.
Eubiosi vaginale, candida, vaginiti micotiche ed aerobiche, vaginosi, infezioni vaginali, malattie sessualmente trasmissibili, ulcere genitali, disbiosi, infertilità, irritazioni intime e bruciore, irritazioni intime e perdite, irritazioni intime e prurito sono problematiche che differiscono tra loro in modo netto per eziologia, diagnosi e trattamento ma che in ogni caso possono inficiare i tentativi di concepimento: ecco perché è fondamentale il consulto con uno specialista che, attraverso il test VPT, riuscirà a individuare la tipologia e l’origine del disturbo, intervento nel modo più rapido e preciso. Nella stragrande maggioranza dei casi, risolvendo l’infezione le possibilità di concepire un figlio aumentano in modo esponenziale.
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