La prevenzione è il primo e più efficace mezzo per difendersi dal cancro al seno, un tumore che colpisce una donna su otto e rappresenta la più frequente neoplasia femminile in ogni fascia di età.
La combinazione tra le attività di screening precoce e i costanti progressi medici nel trattamento di questa patologia hanno tuttavia provocato una marcata flessione nei decessi, diminuiti nel 2020 del 6% rispetto a soltanto cinque anni prima.
Una buona opera di prevenzione del cancro al seno deriva quindi dalla perfetta sinergia tra la corretta educazione sull’argomento e l’impiego di specifici esami diagnostici oggi a disposizione della donna.
I fattori di rischio del cancro al seno
Per difendersi adeguatamente dal tumore mammario è importante, prima di tutto, conoscere i fattori che possono aumentarne la probabilità di incidenza.
Nel corso degli anni sono stati identificati dagli scienziati diversi fattori di rischio e, sebbene alcuni di essi non siano modificabili (come ad esempio i fattori genetici oppure la fascia d’età più esposta a questa malattia, che è quella delle donne oltre i cinquant’anni), altri – come lo stile di vita – lo sono. Tra le abitudini pericolose che possono favorire la comparsa del cancro al seno figurano, per esempio, un’alimentazione ricca di grassi animali e povera di frutta e verdura, l’assenza di esercizio fisico e il fumo.
Anche il consumo di alcol rappresenta un fattore di rischio (secondo AIRC, addirittura del 20% in più) di insorgenza di questa patologia.
Al contrario, favorire una dieta mediterranea, ricca di vegetali e di frutta fresca di stagione, e dedicarsi quotidianamente ad almeno mezz’ora di attività fisica moderata sono abitudini eccellenti che contribuiscono a mantenere il corpo in buona salute generale riducendo al contempo il pericolo di comparsa di cancro al seno.
Per quanto riguarda invece i fattori che tendono a inibire lo sviluppo di questa neoplasia, sappiamo oggi che le donne con un periodo fertile breve (ossia con una prima mestruazione tardiva e una menopausa precoce) sembrano essere meno esposte a questa patologia, così come quelle che hanno avuto una gravidanza in giovane età.
Altre cause, come ad esempio l’ereditarietà (che interessa il 5-7% dei tumori mammari), non sono ovviamente modificabili ma possono rappresentare un importante stimolo per tenere ancora più in alta considerazione l’aspetto della prevenzione.
A prescindere dalle caratteristiche genetiche, personali o dalle abitudini di vita, ricordiamo che i checkup regolari dovrebbero comunque interessare tutte le donne già a partire dai vent’anni di età.
La prevenzione del tumore al seno: gli strumenti a disposizione della donna
Come accennato, la prevenzione del cancro al seno dovrebbe diventare una buona abitudine già da giovanissime, con controlli senologici su base annuale eseguiti da un medico specialista.
A partire dai cinquant’anni di età o nel caso di donne giovani con particolari fattori di rischio (come la presenza di noduli), ai checkup dal senologo andrebbero affiancate anche la mammografia (ogni due anni) e l’ecografia (quando necessaria).
L’autopalpazione è un’altra eccellente abitudine che ogni donna può sviluppare precocemente per riconoscere eventuali anomalie da indagare successivamente con il proprio medico di riferimento. Attuabile comodamente a casa, per esempio quando si fa la doccia o ci si cambia d’abito, questo autoesame comporta innanzitutto l’osservazione attenta del seno al fine di individuarne eventuali mutazioni (nella forma, nel colore, nella consistenza della pelle), e poi la palpazione vera e propria per scoprire la possibile presenza di piccoli noduli.
Si suggerisce di effettuare l’autopalpazione una volta al mese, tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo: il seno è infatti soggetto a fisiologiche modificazioni di struttura in funzione dei cambiamenti ormonali mensili, e questo periodo è il migliore per ridurre la possibilità di falsi allarmi.
Infine, sono oggi disponibili test genetici che permettono di stimare in termini precisi il rischio di contrarre il cancro al seno in funzione del proprio corredo genetico. È infatti importante ricordare che, anche se la maggior parte dei tumori sono di origine cosiddetta sporadica – ossia slegati da questioni ereditarie – il fattore genetico gioca comunque un ruolo importante specialmente nell’insorgenza di questa particolare neoplasia.
È possibile effettuare uno di questi test genetici presso i laboratori Biomolecular Diagnostic. Questo test, CancerCheck Donna, si tratta di un’analisi che permette di determinare in modo preciso l’eventuale rischio di tumore ereditario, identificando tra le eventuali mutazioni patogeniche anche quella alla mammella.