Si definiscono tumori ginecologici le neoplasie che colpiscono la donna nel tratto genitale e, più specificamente, a livello della cervice uterina, dell’endometrio e delle ovaie, ma anche della vulva, della vagina, del peritoneo e delle Tube di Falloppio.
Questo genere di neoplasie può avere molte cause che, ovviamente, tendono a variare a seconda della tipologia di tumore.
Per ciascuno di essi vi sono comunque fattori di rischio comuni: le infezioni del tratto genitale, come ad esempio quella causata dal Papilloma Virus (HPV), la debilitazione del sistema immunitario, il fumo, l’obesità, un’alimentazione inadeguata, scorretta (come nel caso dell’eccesso nel consumo di cibi grassi o molto calorici) o povera di frutta e verdura, l’ereditarietà, la predominanza estrogenica, alcune alterazioni genetiche, l’esposizione a radiazioni, condizioni patologiche come il diabete, e persino l’età della donna.
Così come le cause, anche i sintomi dei tumori ginecologici possono essere estremamente variabili a seconda della natura della neoplasia: la paziente potrà essere del tutto asintomatica, specialmente nelle prime fasi, oppure presentare sanguinamento vaginale anomalo (per esempio in menopausa o al di fuori del ciclo mestruale, così come dopo un normale rapporto sessuale); dolore pelvico, addominale o alla schiena, gonfiore dell’addome, aerofagia e frequenza eccessiva nella minzione.
I principali tumori ginecologici: cause e fattori di rischio
Tra i più comuni tumori ginecologici figurano quello alla cervice uterina, che rappresenta la prima causa di morte per questa particolare tipologia di neoplasia; quello dell’endometrio, che tende a colpire soprattutto in fase di post-menopausa; e quello alle ovaie (che può essere benigno o maligno).
Il tumore della cervice uterina è il risultato della proliferazione incontrollata di cellule che, successivamente, si trasformano in maligne e il suo principale fattore di rischio è ormai assodato essere l’infezione da Papilloma virus.
Meno note sono le cause del tumore all’endometrio, seppure si ritenga che uno dei fattori maggiormente predisponenti sia l’eccesso di estrogeni a fronte di bassi o nulli livelli di progesterone. Tale condizione è di frequente associata a pazienti sofferenti di menopausa tardiva, obesità o diabete.
Per quanto riguarda infine il tumore alle ovaie, il principale fattore di rischio è rappresentato dalla familiarità (ossia dalla presenza in famiglia di altre persone sofferenti della medesima neoplasia), seguito dall’infertilità, dalla sindrome dell’ovaio policistico, dall’endometriosi e dall’obesità.
Come vengono diagnosticati i tumori ginecologici?
La diagnosi dei tumori ginecologici è il risultato di diverse analisi finalizzate a definire la corretta anamnesi della paziente. A partire da un’approfondita visita ginecologica per un iniziale assessment generale, il medico potrà poi procedere con test più specifici per ottenere una diagnosi accurata.
Tra i principali esami che portano alla diagnosi di queste neoplasie femminili figurano l’ecografia, la radiografia, la tomografia computerizzata, la risonanza magnetica e la tomografia a emissione di positroni. Successivamente ad essi il ginecologo procederà a una biopsia, che rappresenta l’ultimo step diagnostico.
La valutazione esatta della natura del tumore e del suo stadio (dal primo al quarto) porterà infine alla definizione del trattamento più idoneo, che dipenderà anche dall’età e dalle condizioni di salute generali della paziente, dalla localizzazione della neoplasia e dalla sua dimensione.
La corretta prevenzione dei tumori ginecologici
La lotta ai tumori ginecologici passa prima di tutto da un’adeguata opera di prevenzione.
Come è noto, ogni donna dovrebbe sottoporsi con cadenza annuale a una regolare visita ginecologica di controllo anche in assenza di sintomatologia o problematiche apprezzabili: questo tipo di approccio permette infatti di individuare con tempestività eventuali disturbi, verificare la regolarità del ciclo mestruale così come la presenza di infezioni batteriche o fungine, richiedere chiarimenti su gravidanza e contraccezione, affrontare e gestire le fasi di perimenopausa e menopausa in modo corretto e sereno.
Inoltre, in funzione della storia familiare della paziente, il medico potrà definire il rischio individuale di sviluppo di eventuali tumori ginecologici e programmare un calendario di controlli personalizzato e specifico.
Oltre al controllo garantito dalla periodica visita ginecologica, tra gli esami necessari alla prevenzione dei tumori ginecologici figurano:
- Il Pap Test: è lo screening che interessa le donne dai 25 fino ai 64 anni e che viene ripetuto ogni tre anni (in assenza di particolari anomalie). Ha l’obiettivo di evidenziare tempestivamente alterazioni delle cellule della cervice uterina e prevenire in tal modo l’insorgenza del carcinoma del collo dell’utero.
- Tampone o striscio vaginale: permette di individuare eventuali infiammazioni o infezioni a carico dell’area vaginale, come ad esempio una condizione comun e frequente come la candidosi vulvovaginale.
- Test HPV DNA: dal momento che il principale fattore di rischio di insorgenza del carcinoma del collo dell’utero è rappresentato dall’infezione da Papilloma virus, sono stati introdotti negli ultimi anni anche test specifici che verificano la presenza del DNA dell’HPV umano nelle cellule del collo dell’utero.
Biomolecular Diagnostic per la Ginecologia: ecco i nostri test diagnostici
I laboratori di Biomolecular Diagnostic mettono a disposizione diversi test per affiancare il clinico nelle fasi di prevenzione, diagnosi, cura e follow-up di importanti patologie della donna, inclusi i tumori ginecologici.
Vaginal Path Test è il solo kit diagnostico di microbiologia che, tramite l’analisi dell’ecosistema vaginale come espressione del suo microbioma, è in grado di verificarne le condizioni di equilibrio, squilibrio o patobiosi. Il test individua infezioni fungine, problematiche riproduttive, vaginosi batteriche e malattie sessualmente trasmissibili e, con un solo tampone vaginale, identifica ben ventuno diversi microrganismi differenti. È inoltre l’unico test in commercio che rileva e quantifica singolarmente i quattro lactobacilli più importanti nella determinazione dello stato di salute femminile.
HPV Vaginale è il test molecolare che risponde alle esigenze di screening primario basato sulla ricerca di HPV oncogeni e si dimostra ancora più efficace del Pap Test nella prevenzione dei tumori invasivi cervicali. Dal momento che, come accennato, il carcinoma del collo dell’utero è principalmente connesso a un’infezione genitale da HPV (Human Papilloma Virus), questo esame semplice e indolore si rivela estremamente importante perché permette di rilevare la presenza di un’infezione da ceppi di Papilloma Virus Umano (ricercando il DNA del virus) ad alto e basso rischio oncogeno, ossia associati all’insorgenza di neoplasie.